Le difficoltà nel risveglio al mattino possono dipendere da una predisposizione genetica, e dunque ereditaria, e non sono sempre riconducibili alla sola e “tradizionale” cattiva qualità del sonno notturno. I soggetti che faticano a svegliarsi, infatti, possono essere penalizzati dalla carenza di una sostanza chimica prodotta nel cervello, chiamata “PER”, che assurge proprio al ruolo di regolatore dell”attività cerebrale al momento del risveglio. Tale deficit è imputabile ad un difetto del patrimonio genetico in quanto risulta proprio un gene, chiamato CG4857, a stabilire quanta “PER” deve essere prodotta. Suddetto meccanismo spiega perché molte persone, indipendentemente dall”aver dormito le proverbiali “otto ore a notte” e magari anche di più, non riescono comunque ad alzarsi dal letto con facilità, riposate ed in piena forma mentre altre, pur con notti “travagliate” alle spalle, sono maggiormente lucide ed attive già pochi istanti dopo aver aperto gli occhi. Questa sostanza (PER), come già accennato, viene prodotta nel cervello in un”area interna chiamata “ippocampo” e determinano, in sostanza, la prontezza con la quale un soggetto si desta al mattino. Ma le cellule cerebrali che producono il PER, a loro volta, obbediscono al libretto di istruzioni che regola il funzionamento di ogni singola cellula del corpo: il patrimonio genetico. Quindi se i livelli di PER nel cervello risultano bassi il problema dipende, in definitiva, proprio dal nostro “bagaglio” genetico.